- Paola Bernasconi
"Cara Pesce ti scrivo" e i sogni di cosa farete dopo
Oggi fuori il sole non c’è. Dovrebbe cambiare poco al tempo della quarantena. Eppure quel giallo che abbraccia i vetri delle finestre e entra dentro casa, lui, l’unico a poterlo fare, scalda un po’.

È tempo di melanconia oggi, che la melanconia non è parola brutta come sembra (etimologicamente da mélas, il buio, e cholé, bile). Questo avere i pensieri neri su cui Andrea Marcolongo mi ha fatto riflettere (a proposito: “Alla fonte delle parole”, Mondadori) e che, nel tempo, è stato confuso con l’accidia o il privilegio di chi non ha bisogno di lavorare e, pertanto, può permettersi un male nell’anima, è invece la melanconia dello Zibaldone leopardiano, quella “quieta e dolce malinconia, dove tu piangi e non sai di che, e quasi ti rassegni riposatamente a una sventura e non sai quale. In quel riposo la tua anima meno agitata è quasi piena, e quasi gusta la felicità.”
E allora:
mentre rivendichiamo quella melanconia delle anime che oggi accettano il buio riposatamente in vista di una luce;
mentre attendiamo quella luce che aiuta;
mentre aspettiamo attivamente mentre tutto passi;
mentre riflettiamo;
e leggiamo;
e puliamo casa;
e vediamo film e serie tv;
e ascoltiamo audiolibri;
e facciamo flash mob al balcone;
e facciamo videochiamate di gruppo;
e ascoltiamo a distanza la voce di chi amiamo;
e cuciniamo;
e facciamo pace con noi stessi perché non abbiamo scampo;
e dormiamo sul divano;
e ricominciamo a fumare per poi smettere di nuovo;
e rinunciamo a tanto per poter riprenderci tutto dopo;
e ritroviamo un senso di comunità e lo riperdiamo criticandolo;
e ci informiamo su quello che fanno all’estero;
e siamo tutti epidemiologi e scienziati e dottori ed economisti;
e facciamo smart working;
e sì, mentre facciamo tutto questo, immaginiamo e sogniamo cosa faremo dopo.
Per questo oggi siamo qui. Per essere una delle piccole luci che aiutano. Con poco, con quello che possiamo; con Cara Pesce ti scrivo, progetto inaugurato a Natale e proseguito a gennaio (se volete conoscere i precedenti potete leggerli qui e qui) che abbiamo amato e che, oggi, ci sembra pronto a vestire nuovi abiti.

Cara Pesce ti scrivo è pronta allora a ricevere le vostre e-mail. Con cosa? Con un pensiero, uno solo: cosa sarà la prima cosa che farete appena la situazione sarà del tutto sicura? E una volta che ce lo avete detto, cosa succede? Succede che io e Daniele vi risponderemo, come sempre, e vi invieremo un piccolo regalo sul vostro desiderio, una piccola immagine che potete guardare e riguardare per farvi forza e non smettere di sperare e condividere e dedicare e regalare a chi vorrete.
L’indirizzo email dedicato (carapescecomunica@gmail.com) non è cambiato. La Pesce è pronta a rispondere. Coraggio. #iorestoacasa
Colonna sonora: il vento fuori.