- Paola Bernasconi
Come realizzare un logo? Il nostro grafico risponde
Un logo è la rappresentazione grafica di un’azienda, un prodotto, un servizio, un’associazione o di qualunque cosa voglia essere vista; è quello che deve esprimere in un solo colpo d’occhio tutta l’essenza di un brand. Un logo deve raccontare la storia di chi rappresenta e crearne uno non è lavoro da poco. Non basta avere un nome, non basta pensare a un colore o a un'immagine: realizzare un logo implica uno studio approfondito e un processo creativo che è proprio di un professionista. E visto che io, di fronte a questo iter progettuale, ci sono stata, ho pensato potesse interessarti sapere come lavora Daniele Fanella, graphic designer della Pesce Comunica. Iniziamo?
Design brief
Daniele ha un questionario con una serie di domande da porre al cliente: di cosa si occupa, i suoi valori, qual è il target di riferimento, qual è l’obiettivo da raggiungere, su quali supporti andrà il logo, chi avrà la decisione finale. Queste sono solo alcune delle tante domande e sono tante come è giusto che sia: un professionista non può iniziare a creare un logo senza avere le giuste indicazioni. Il design brief è una fase fondamentale; si può fare di fronte a un bicchiere di vino, noi lo abbiamo fatto, cosicché Daniele ha potuto spiegarne l’imprescindibilità. Poi però si passa alle cose serie, si invia il questionario al cliente che risponde con calma e ce lo invia compilato.
Processo creativo
Questa è la parte bella e creativa: non è la stessa per tutti i grafici. Daniele ha un quaderno con fogli con croci e punti perché lui per le griglie ha una passione innata. È la fase di sketching in cui si buttano giù idee e farlo con il disegno a mano è indispensabile perché nessun software permette tale libertà. Qui non c’è una regola: Daniele disegna, canta, si alza, si risiede sul divano, riflette sulle parole chiave, sui significati, sul contesto. L’obiettivo è avere un logo: semplice ma non banale, coerente con il brand, rappresentativo, facilmente raffigurabile su ogni supporto, unico e riconoscibile.
Sulle diverse tipologie di logo (simbolico, logotipo, pittorico, combinato…) rimandiamo ad un altro momento o, in alternativa, chiedi pure a Daniele (info@pescecomunica.com).
Digitalizzazione
È ora di Adobe Illustrator, software di grafica vettoriale col quale occorre lavorare per realizzare il logo. Perché non usare Photoshop? Perché lavora in raster e non permette qualità delle immagini elevata; in vettoriale invece le immagini possono essere lavorate senza che perdano mai definizione. È il momento di scegliere eventuali font adatti e i colori nonché le proporzioni. Non bisogna sottovalutare questa fase perché un colore o un font devono rispettare l’anima del brand: per un marchio legato al mondo della sicurezza sul lavoro ad esempio difficilmente sarebbe efficace scegliere un rosa e un font come Lisbon.

Presentazione delle bozze
In questa fase occorre spiegare al cliente il processo creativo, le motivazioni che hanno portato alla scelta di quel logo (ovvio!), di quel font e di quel colore, le diverse declinazioni dello stesso (orizziontale, verticale…), la versione in bianco e nero e le varie possibilità di applicazione del logo per rappresentare al meglio l’intera immagine aziendale. Le bozze vanno così discusse e, eventualmente, modificate in base a nuove idee. In questa fase ci vuole pazienza. Molta.
Festeggiamento
Una volta consegnate le bozze, modificate e presentato il logo definitivo al cliente si festeggia, perché è così che un lavoro approfonditio, faticoso, competente e unico va onorato. Perché realizzare un logo è una cosa seria (seppur creativa) e affidarsi a dei professionisti è sempre cosa buona e giusta.
Colonna sonora
Durante le domande abbiamo ascoltato “Piccolo Uomo” di Mia Martini.