- Paola Bernasconi
L'inverno sta arrivando e la Pesce si ispira a Il Trono di Spade
Il Trono di Spade: un’influenza fantasy che ha segnato generazioni. GOT non è infatti solo una serie: Il Trono di Spade è un’esperienza del bene e del male, della vita e della morte, di un’epicità ormai sconosciuta. Perché ne parla la Pesce Comunica? Perché questa influenza ha ispirato tanti creativi in giro per il mondo; perché siamo appassionati; perché ci piace davvero tanto e non solo.
Serie HBO tratta dai romanzi “Le cronache del ghiaccio e del fuoco” di George R.R. Martin, dal 17 aprile 2011 ad oggi si è imposto come fenomeno di massa che trascende i gusti individuali, al di là della passione per il genere. In vista dell’ultima serie, la cui prima attesissima puntata è prevista per il 14 aprile 2019 (manca poco, ce la possiamo fare), la Pesce si è interrogata sui motivi di tale successo ma soprattutto, per deformazione professionale, sulle ispirazioni che molti hanno tratto da questa fortunata saga.

Per chi non sapesse
Il Trono di Spade narra della guerra di potere per salire sul trono e governare sui Sette Regni. Siamo in una sorta di Medioevo ben rappresentato già durante la sigla (il cui tema è degno di un inno indimenticabile). Tolkien insegna: se vuoi far funzionare un fantasy devi crearne una mappa reale, con confini, monti, fiumi, vallate, pianure, mari e città. C’è verosimiglianza qui e in tutte le ambientazioni: lo sporco di Fondo delle Pulci, i vestiti logori, il clima, le stoviglie; ogni dettaglio è lì, reale, quasi storico.
A contendersi il trono diversi personaggi in un crescendo di battaglie, duelli per singolar tenzone, tradimenti, omicidi: anche qui le regole del genere vengono rispettate. L’epicità de Il Trono di Spade scavalca però ogni regola e, se ne Il Signore degli Anelli Frodo arriva a meta, qui i personaggi muoiono, anche gli eroi, soprattutto quelli. Ecco un altro motivo del successo: la verosimiglianza sta anche in questo, nella realistica morte del personaggio principale (l’eroe onesto e integerrimo Ned Stark che muore nella prima serie è solo l’inizio di una scia di sangue).
In questa lotta di potere navigano personaggi complessi e contraddittori. Se in Tolkien il bene e il male erano delineati (almeno la maggior parte delle volte), qui ogni cosa non è quello che sembra e l’evoluzione di ogni personaggio ne è la prova. Anche qui il realismo spietato la fa da padrone.
In questa perenne instabilità e paura per la morte di qualsiasi dei protagonisti, nel fascino ancestrale per l’antica lotta tra il buono e il cattivo, nell’atavica battaglia che vede ognuno di noi immaginari vincitori leggendari di leggendarie battaglie che avvengono solo nella nostra testa, i creativi di tutto il mondo hanno tratto ispirazione.

Come Guy Peterson e la sua Google Map di Westeros (dove si svolge il Trono di Spade): puoi guardarla su Behance. Ma se vuoi davvero vivere Il Trono di Spade allora fai un salto a Washington DC dove è stato aperto un bar totalmente a tema. Per i genitori fan ci sono invece i Lego ispirati ai personaggi della serie per non parlare delle tante declinazioni di loghi, stemmi e casate su t-shirt, felpe, cappelli e borse.
Come ha fatto Il Trono di Spade a diventare un fenomeno così virale?
Perché c’è la verosimiglianza; perché ogni dettaglio è curato; perché l’intreccio è congeniato alla perfezione; perché c’è una filosofia alla base pensata e mai tradita; perché i motti e gli stemmi delle casate sono delineati alla perfezione (brevi, riconoscibili, coerenti come ogni buon logo che si rispetti); perché le ambientazioni e i costumi sono fedeli alla storia e alle stagioni; perché i curatori della serie hanno saputo estrapolare dai romanzi il succo e la storia; perché ogni puntata inizia e finisce con un rimando che diventa attesa spasmodica; perché la colonna sonora è logicamente connessa agli eventi.
In fondo questa serie funziona perché fa immedesimare e sognare, sa emozionare senza giudicare; perché ogni personaggio è pieno di contraddizioni e quindi reale ed è lì per mostrarlo senza remore.

È questo che dovrebbe fare un marchio di successo: che sia una serie, un brand di moda o un’agenzia pubblicitaria, tutti possiamo imparare da Il Trono di Spade. La Pesce cerca di provarci.
Colonna sonora: sigla Il Trono di Spade (Ramin Djawadi).