Di cosa parliamo quando parliamo di traduzione: l'intervista a Paola Furini

Di cosa parliamo quando parliamo di traduzione: l’intervista a Paola Furini

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Donna seduta alla scrivania che sorride e titolo scritto in bianco su sfondo viola

Nel Che Si Dice di oggi ospitiamo Paola Furini, founder di JUSTranslations, Studio di traduzione di Viareggio. Abbiamo conosciuto Paola in un lontano Play Copy del 2019 dove era lì con Martha Bartalini (insieme sono Punto e Virgola, progetto dedicato alla scrittura per il web e alla consulenza). Da allora la Pesce e Punto e Virgola hanno iniziato a parlare, confrontarsi e a collaborare (ne parleremo appena possibile e non vediamo l’ora).

Oggi prendiamo invece spunto da una collaborazione già conclusa con Paola per approfondire alcune tematiche legate al grande mondo della traduzione.

Ciao Paola e grazie per essere nel Che Si Dice della Pesce. A novembre 2022 ti sei occupata della traduzione del sito che abbiamo progettato per il nostro cliente Alfredo Bartolo (www.alfredobartolo.it). Per noi era la prima volta e siamo felicissimi di aver intrapreso questa collaborazione con te che potrà continuare anche su altri progetti. Soprattutto, abbiamo ragionato sul mondo della traduzione che non significa solo “convertire un testo” da una lingua all’altra. Quindi iniziamo da una domanda diretta: in cosa consiste il tuo lavoro di traduttrice?

Prima di tutto, grazie a voi per avermi proposto questa intervista e per l’opportunità di far conoscere meglio la mia professione! A chi mi chiede di cosa mi occupo, solitamente rispondo che traduco testi nella combinazione inglese italiano per aiutare persone e aziende a gestire la comunicazione in modo efficace.

Il mio lavoro può essere infatti di supporto su vari fronti. Ad esempio, la traduzione di certificati è necessaria per poter accedere a un dottorato o per fare domanda di residenza. Tradurre contenuti web serve per presentare prodotti o servizi sul mercato straniero. In entrambi i casi la resa parola per parola non è quasi mai la soluzione vincente. Infatti, per quanto corretto da un punto di vista sintattico e grammaticale, se il testo finale risulta poco chiaro o lontano da stili e riferimenti del destinatario finale faticheremo a raggiungere il nostro scopo. Ecco che il lavoro del traduttore non significa solo “convertire un testo” ma anche lavorarlo a adattarlo partendo dalla comprensione del contenuto di partenza, del contesto e delle necessità del cliente (qual è lo scopo della traduzione? a chi è rivolta?). Solo così riuscirà a produrre una traduzione corretta, chiara e, al bisogno, piacevole da leggere. In poche parole, una buona traduzione è quella che non sembra una traduzione!

Entriamo un po’ più nel vivo della faccenda: cosa intendi con lavorare e adattare?

Dato che il compito del traduttore è di rendere un testo il più fruibile possibile, spesso è necessario lavorare il testo e apportare modifiche o aggiustamenti. Questo adattamento può includere l’uso di registri linguistici, giochi di parole o riferimenti culturali familiari ai parlanti della lingua di destinazione. Oltre al lessico, spesso è necessario intervenire anche sull’adattamento di valute, date, immagini, grafica ecc. Gli e-commerce sono un chiaro esempio di questa attività che, in gergo, viene chiamata localizzazione.

E invece, cosa vuol dire “transcreazione”?

Se con la localizzazione creiamo una connessione con il nostro lettore attraverso un intervento moderato sul testo, con la transcreazione abbiamo la possibilità di motivare il lettore a fare qualcosa. La transcreazione è infatti la soluzione migliore per la resa di slogan o brochure. In questo caso il lavoro sul testo è maggiore rispetto alla semplice traduzione e alla localizzazione.  Con la transcreazione entra in gioco la creatività, infatti il testo di origine può essere rimodulato e stravolto con lo scopo di emozionare o motivare il destinatario. Comporta una notevole conoscenza del mercato di riferimento oltre che doti creative e di marketing.

Per portare un esempio celebre cito lo slogan del noto prodotto per la pulizia di Procter & Gamble che dall’inglese When Swiffer’s the one, consider it done, è stato trasformato in italiano da Marco Leali in La polvere non dura, perché Swiffer la cattura. In questo caso la transcreazione non solo ha permesso di conservare il potere della rima ma anche di mettere in risalto la caratteristica più importante del prodotto, cioè catturare la polvere.

Ci sono differenze tra traduttore, interprete e mediatore linguistico: quali sono in breve?

Il traduttore è specializzato in testi scritti come libri, manuali, contratti, tesi ecc. L’interprete e il mediatore linguistico si occupano invece della resa orale (simultanea o consecutiva) durante interventi istituzionali, conferenze, interviste, trattative commerciali ecc. Nello specifico, il mediatore linguistico, oltre a fare da ponte attraverso la resa di quanto viene riportato, ha anche il compito di adattare e modulare il messaggio in funzione delle diverse implicazioni culturali.

Tu sei una traduttrice specializzata in determinati settori: legge, traduzioni giurate e certificate, contenuti web e turismo. Perché è importante, per dare un servizio di qualità, specializzarsi su alcune aree?

Quando ci fa male un ginocchio preferiamo farci visitare da un ortopedico o da un cardiologo? La specializzazione e la cura dei dettagli fanno la differenza, e il mondo delle traduzioni non fa eccezione. Per fortuna oggi ci sono infinite opportunità di formazione e aggiornamento sia in Italia che all’estero, in presenza o da remoto.

Google Translate e intelligenza artificiale: perché non possono sostituire il tuo lavoro?

In realtà l’AI è presente nel mondo della traduzione da un bel pezzo! La machine translation, che appunto usa l’AI, si occupa infatti della parte più meccanica (e a volte noiosa) del lavoro lasciando ai traduttori umani il compito del post editing. Nonostante gli enormi ultimi passi avanti fatti dalla tecnologia, non mi sento ancora di dire che Google Translate e AI ci porteranno via il lavoro. Preferisco credere che rappresentino uno strumento in più che, abbinato alle conoscenze di un professionista, ci permetterà di trovare nuove soluzioni, sempre più personali, meno omologate, anonime o fredde. Comunque come si dice… chi vivrà vedrà!

E tu, conoscevi questi dettagli sulla traduzione? Facci sapere se hai dubbi e ne parleremo ancora con Paola.

Paola Bernasconi
Paola Bernasconi
Copywriter della Pesce. Il Che Si Dice lo scrive lei.

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